Vi siete mai chiesti che cosa sia l’hashtag? Sì, esatto, quel simbolo spesso chiamato “cancelletto” che usiamo ormai su tutti i social, ma che vediamo nella tastiera dei nostri telefoni cellulari fin dai primi modelli a cabina telefonica?
Letteralmente l’hashtag è un’etichetta; in inglese infatti “tag” significa etichetta e infatti serve agli utenti dei social network per scovare più facilmente determinati messaggi o post su un tema specifico.
Creare un hashtag è semplice, basta anteporre alla parola il simbolo comunemente chiamato “cancelletto”, o diesis per i musicisti: #
Tutti coloro che poi cercheranno quella parola preceduta dal simbolo, troveranno tutti i post di chi l’ha usata.
Narrano le cronache che l’ideatore dell’hashtag fu tale Chris Messina, di San Francisco, che postò su Twitter la seguente frase poco più di 10 anni fa, il 23 agosto 2007: « how do you feel about using # (pound) for groups. As in #barcamp [msg]? »
Chris si riferiva all’uso che si faceva del cancellato nelle chat.
Proprio Twitter capì le potenzialità di questa forma di aggregazione di contenuti, e dal 2009 cominciò a inserire in automatico i link agli hashtag in modo da renderli facilmente utilizzabili da tutti gli utenti. Qualche anno più tardi, nel 2013 anche Facebook ne introdusse l’utilizzo.
In questo modo l’utente è facilitato a individuare gli argomenti di suo interesse o che stanno creando trend in quel momento, partecipare alla discussione o invogliare altri a discutere. Ormai anche gli altri media, a parte i social, ne stanno facendo largo utilizzo, suggerendoli ai fruitori come metodo di contatto (pensiamo ad esempio all’utilizzo che se ne fa nelle trasmissioni televisive).
Usate quindi tutti gli hashtag che volete per i vostri social profiles, ma ricordatevi che non supportano spazi e segni di interpunzione.